R. Carver, Racconti in forma di poesia, Minimum fax, 1999 |
Il succo:
- PAURA
Paura di vedere la macchina della polizia fermarsi davanti a casa.
Paura di addormentarsi la notte.
Paura di non addormentarsi.
Paura del ritorno del passato.
Paura del presente che fugge.
Paura del telefono che squilla nel cuore della notte.
Paura delle tempeste elettriche.
Paura della signora delle pulizie con un neo sul viso!
Paura dei cani che mi hanno detto che non mordono.
Paura dell'ansia!
Paura di dover identificare il cadavere di un amico.
Paura di finire i soldi.
Paura di averne troppi, anche se a questo non ci crederanno mai.
Paura dei risultati dei test psicologici.
Paura d'essere in ritardo e paura di arrivare prima degli altri.
Paura della calligrafia dei miei figli sulle buste.
Paura che muoiano prima di me e che mi sentirò in colpa.
Paura di dover vivere con mia madre anziana, anziano anch'io.
Paura della confusione.
Paura che questo giorno finisca su una brutta nota.
Paura di svegliarmi e scoprire che te ne sei andata.
Paura di non amare e paura di non amare abbastanza.
Paura che quel che amo risulterà letale per quelli che amo.
Paura della morte.
Paura di vivere troppo.
Paura della morte.
L'ho già detta. - (pag.27)
- SEMPRE ALLA RICERCA DEL MEGLIO
Ora che sarai fuori per cinque giorni,
fumerò tutte le sigarette che vorrò,
dove vorrò. Farò i biscotti e me li mangerò
con marmellata e grasso di pancetta. Poltrirò. Mi concederò
di tutto. Passeggerò sulla spiaggia se ne avrò
voglia. E ne ho voglia, da solo
a pensare a quando ero giovane. Alle persone
che allora mi amavano alla follia.
E a come le amavo anch'io più di ogni altra.
Tranne una. Ti giuro che farò tutto
quel che voglio mentre sarai fuori!
Ma c'è una cosa che non farò.
Non dormirò nel nostro letto senza di te.
No. Non mi fa piacere farlo.
Dormirò dove cavolo mi pare...
dove dormo meglio quando sei fuori
e non ti posso abbracciare come faccio.
Sul divano rotto del mio studio. - (pag. 35)
- LA NOSTRA PRIMA CASA A SACRAMENTO
- ...
L'ho visto di persona
come può ridurre un uomo la frustrazione.
Può farlo piangere, può fargli sfondare
una parete a pugni. Può fargli sognare una casa tutta sua
alla fine di una lunga strada. Una casa
piena di musica, agio e generosità.
Una casa che non è stata ancora vissuta. - (pag. 49)
- CHIUDERSI FUORI E POI CERCARE DI RIENTRARE
- Si esce e si chiude la porta
senza pensarci. E quando ci si volta
a vedere quel che si è combinato
è troppo tardi. Se vi sembra la storia di una vita, d'accordo.
... - (pag. 63)
- LETTURA
La vita di ognuno è un mistero, proprio come
la vostra o la mia. Immaginate
un castello con le finestre che si affacciano
sul lago di Ginevra. Là sulla finestra
nei giorni assolati e caldi c'è un uomo
così assorto nella lettura che non alza
gli occhi. O se lo fa, usa un dito
come segnalibro, alza lo sguardo e scruta
al di là dell'acqua verso il Monte Bianco
e oltre, verso Selah, stato di Washington,
dove sta con una ragazza
e si sta ubriacando per la prima volta.
L'ultima cosa che ricorda, prima
di perdere i sensi, è che lei gli ha sputato in faccia.
Lui continua a bere
e a farsi sputare addosso per anni.
Ma ci sarà gente che vi dirà
che le sofferenze rafforzano il carattere.
Siete liberi di pensarla come volete.
ad ogni modo, lui si rimette
a leggere e non si farà venire i complessi
di colpa per sua madre
che va alla deriva sulla sua barca di tristezza,
e preoccupazioni per i figli
e per i loro problemi senza fine.
Né ha intenzione di pensare alla
donna con gli occhi chiari che lui amava
e alla sua disfatta per mano di una religione orientale.
Il dolore di lei non ha inizio e non ha fine.
Si faccia pure avanti, nel castello o a Selah,
chiunque possa vantare un legame con l'uomo
che siede tutto il giorno alla finestra a leggere
come il quadro di un uomo che legge.
si faccia pure avanti il sole.
Si faccia pure avanti l'uomo stesso.
Ma che diavolo starà mai leggendo? - (pag. 75)
- PIOGGIA
Mi sono svegliato stamattina con
una gran voglia di restare tutto il giorno a letto
a leggere. Ho cercato di combatterla per un minuto.
Poi ho guardato fuori dalla finestra alla pioggia.
E mi sono arreso. Mi sono affidato totalmente
alla custodia di questa mattinata piovosa.
Rivivrei la mia vita un'altra volta?
Rifarei gli stessi imperdonabili errori?
Sì, se appena potessi, sì. Li rifarei. - (pag. 77)
-PIOPPI TREMULI
Immaginatevi un giovanotto, solo, senza nessuno.
appena qualche goccia di pioggia rigava i vetri
cominciava a scrivere.
Viveva in un appartamento in compagnia di topi.
Adoravo il suo coraggio.
Qualcun altro, qualche porta più giù,
suonava dischi di Segovia tutto il giorno.
Non lasciava mai la stanza e nessuno poteva fargliene una colpa.
La sera sentiva la macchina da scrivere dell'altro
ticchettare e se ne sentiva confortato.
Musica e letteratura.
Tutti a sognare di cavalieri spagnoli
e di cortili.
Processioni. Cerimonie e
splendori.
Pioppi tremuli.
Giorni di pioggia e inondazioni.
Foglie che alla fine sono state martellate a terra.
Nel mio cuore, questo pezzo di terra
illuminato dal temporale. - (pag. 83)
- ALMENO
Una mattina vorrei alzarmi presto,
prima dell'alba. Perfino prima degli uccelli.
Voglio lavarmi il viso con l'acqua fredda
e mettermi al tavolo da lavoro
appena il cielo schiarisce e il fumo
comincia a salire dai comignoli
delle case.
Voglio vedere le onde infrangersi
su questa costa rocciosa, non solo sentirle
come ho fatto tutta la notte nel sonno.
Voglio rivedere le navi
che attraversano lo Stretto, provenienti da tutte
le nazioni marinare del mondo...
vecchi, sporchi bastimenti che appena si muovono
oppure navi da carico nuove e veloci
dipinte di tutti i colori dell'arcobaleno
che tagliano l'acqua quando passano.
Voglio tenerle d'occhio.
Anche la barchetta che fa la spola
tra le navi
e la stazione dei piloti vicino al faro.
Voglio vedere quando sbarcano un uomo
e ne prendono un altro a bordo.
Voglio passare la giornata a osservare questi eventi
e arrivare alle mie conclusioni.
Detesto sembrare troppo avido-ho già tanto
per cui essere grato.
Ma vorrei alzarmi presto un'altra mattina, almeno.
E andare al mio posto con un po' di caffè, per mettermi in attesa.
In attesa di vedere quel che accadrà. - (pag. 87)
- IL MIO LAVORO
...
L'amore sui loro volti giovani. La sua aura.
Magari durerà davvero per sempre. Se sono fortunati,
e buoni, e tolleranti. E attenti. Se riusciranno
a continuare ad amarsi senza risparmio.
E a essere sinceri l'uno con l'altro-soprattutto questo.
E lo saranno, naturalmente, lo saranno,
sanno benissimo che lo saranno.
... - (pag. 247)
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