giovedì 3 aprile 2014

Werner Herzog, Sentieri nel ghiaccio



Werner Herzog, Sentieri nel ghiaccio, Guanda, 2008

Werner Herzog (pseudonimo di Werner Stipetic) è nato a Monaco nel 1942. Autodidatta, è uno dei maggiori registi contemporanei.

Il succo:

MONACO-PARIGI
23 NOVEMBRE - 14 DICEMBRE

- Alla fine di novembre del 1974 mi telefonò un amico da Parigi e mi disse che Lotte Eisner era gravemente malata ed era probabile che morisse. ... Presi una giacca, una bussola, una sacca con dentro lo stretto necessario. I miei stivali erano così nuovi e così solidi che si poteva contare su di loro. Presi la strada più diretta per Parigi, nell'assoluta fiducia che lei sarebbe rimasta in vita, se io fossi arrivato a piedi. A parte questo, volevo essere solo con me stesso. 
Ciò che scrissi strada facendo non era destinato ad essere letto. Ora, a quasi quattro anni di distanza, avendo ripreso in mano il quadernetto, ne sono rimasto stranamente toccato e il desiderio di mostrare il testo ha prevalso sulla riluttanza. (Premessa) -  

- La Eisner non deve morire, non morirà, io non lo permetto. Non ora, questo non deve farlo. No, ora non muore, perché non muore. I miei passi sono decisi. E ora trema la terra. Quando io cammino, cammina un bisonte. Quando mi fermo, si riposa una montagna. Guai! Lei non deve. Lei non morirà. Quando io sarò a Parigi, lei sarà viva. (pag.11) -

- Notte a Beuerbach in un fienile; sotto serve da ricovero alle mucche, il suolo è fangoso e tutto pestato. Sopra è passabile, mi manca solo la luce. La notte è stata lunga, ma ero abbastanza al caldo. Fuori nubi basse in cammino, c'è vento, è tutto grigio. I trattori hanno i fari accesi, sebbene sia già chiaro. Dopo un centinaio di passo c'è una croce e una panchina. Che stana alba ho visto. La nuvolaglia era aperta, incrinata, un sole di sangue come questo sorge nel giorno di battaglia. Magri pioppi senza foglie, un corvo che vola anche se gli manca un quarto d'ala: vuol dire che pioverà. (pag. 19) - 

- Quando mi sono affacciato alla finestra, sul tetto di fronte c'era un corvo con la testa rientrata, nella pioggia, e non si muoveva. Molto più tardi era ancora là, rigido e infreddolito, solitario e muto in pensieri di corvo. Un sentimento di fratellanza mi ha invaso e il cuore mi si è riempito di solitudine. (pag. 20) - 

- Bella regione, collinosa, molto bosco, tutto quieto. Lo sparviero grida. Sulla croce da campo dietro di me c'è: "Non lodare il giorno prima della sera; fintantoché vivo su questa terra, vivo in continuo pericolo di morte. Mio Dio, ti prego per il sangue di Cristo: fa che la mia fine sia buona. Il tempo va verso l'eternità". (pag.22) - 

- Ho visto una processione di suore e ginnasiali, si tenevano cinti per le spalle e per i fianchi, in scioltezza, e volevano far vedere che non c'è niente di male se le suore oggi pensano in modo moderno. Il tutto aveva un'aria di allegria e leggerezza terribilmente volute e sapeva d'ipocrisia. Una delle suore, con una profonda scollatura sul dorso, presentava un tatuaggio, un aquila che andava da scapola a scapola. (pag.25) -

- Sulla salita per Burgfelden sempre più favoloso, faggi giganteschi che fanno cupola, tutto sotto la neve e in gran solitudine. Due vecchi contadini mi hanno dato della limonata perché la loro mucca aveva fatto poco latte. (pag.32) - 

- Le fattorie della Selva Nera cominciano senza preavviso, senza preavviso anche un altro dialetto. C'è da supporre che io abbia preso una serie di decisioni sbagliate circa l'itinerario e a posteriori risulta che gli sbagli si sono sommati al percorso giusto; il guaio è che io dopo un errore riconosciuto non ho il coraggio di fare dietrofront, ma preferisco rimediare commettendone un altro. (pag.35) -

- Mi ubriaco con un vino che ho comprato al posto di ristoro: a forza di solitudine la voce non mi veniva più fuori, era solo un pigolio, non trovavo più la corretta attitudine per parlare e mi vergognavo. Allora ho tagliato la corda. (pag.47) -

- Un arcobaleno, laggiù, mi dà improvvisamente la massima fiducia. Che segno è questo e sopra colui che cammina. Ognuno di noi dovrebbe camminare. (pag.49) - 

- Pioggia, pioggia, pioggia, pioggia, pioggia, soltanto pioggia, non ho quasi altro ricordo. E' diventata un'acquerugiola continua, uniforme, e la strada va all'infinito. Sui campi non c'è nessuno, si va all'infinito per il bosco. (pag.52) -

- La più desolate delle strade in direzione Domremy, non sono più capace di camminare, vado alla deriva. E' un cascare in avanti che io tramuto in un camminare. (pag.56) - 

- Intorno alla chiesa giocano i bambini. Stanotte ho avuto molto freddo. Un vecchio passa sul ponte, non si sente osservato; cammina lento e greve, a passi brevi, esitanti, e ogni poco fa una sosta, è la morte che cammina con lui. (pag.57) - 

- A Savières, nella scuola del paese, ho riflettuto se non andare a Parigi con qualche mezzo; che senso ha tutto questo. Ma essere arrivato fin qui a piedi e poi prendere un mezzo? Meglio l'insensatezza, se tale è, e il calice vuotato sino alla feccia. (pag.66) -

- ... sono andato dalla Eisner, era ancora segnata e spossata dalla malattia. Qualcuno doveva averle detto per telefono che io ero arrivato a piedi; io non volevo dirlo. Ero imbarazzato e ho steso le gambe dolenti su una seconda sedia che lei mi ha spinto davanti. Nell'imbarazzo mi è passato per la testa una cosa e dato che la situazione era comunque strana, gliel'ho detta. Insieme, ho detto, faremo un fuoco e arrostiremo i pesci. Allora lei mi ha guardato con un lieve sorriso e poiché sapeva che ero uno che andava a piedi e perciò un indifeso, mi ha compreso. Per un solo istante, senza peso, per il mio corpo è passato come un soffio di dolcezza. Ho detto: apra la finestra, da qualche giorno io so volare. (pag.72/73) -